
La Nazionale Italiana femminile di palla tamburello vince il Campionato del Mondo indoor. Le azzurre si sono imposte sulla Francia per 13-5 dopo aver vinto tutti gli incontri della manifestazione che si è svolta in provincia di Mantova e Verona, nei palazzetti di Guidizzolo, Monzambano, Volta Mantovana e Valeggio sul Mincio. Lo splendido successo dell'Italia, il quarto in altrettanti Mondiali disputati, ha una forte impronta sarda: selezionatore della Nazionale è infatti il pluripremiato Gianni Dessì, al suo terzo titolo mondiale di fila alla guida delle azzurre; con lui nello staff anche la preparatrice atletica Alessandra Sanna. Fra le atlete, in un'edizione che ha visto un robusto rinnovamento all'insegna delle giovani, l'atleta della Aeden Santa Giusta Sara Daga.

Con il 2023, su impulso del presidente del Coni Sardegna Bruno Perra, l'area Comunicazione propone una serie d'interviste ai presidenti dei comitati regionali delle federazioni sportive. Dopo Lucio Silvetti, Fibs Sardegna, è il turno di Massimo Casula, presidente del Cr sardo della Federkombat, Federazione italian kickboxing, muay thai, savate e shoot boxe.
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Massimo Casula è nato a Iglesias nel ’62. È istruttore e dirigente federale della Federkombat. È stato eletto presidente regionale nel 2020 dopo essere stato per sei anni vicepresidente nazionale. In precedenza, ha ricoperto la carica di presidente regionale per 20 anni. I componenti del Cr sardo sono Giancarlo Casula, vicepresidente (in quota affiliati), Giampaolo Spanu (affiliati), Valentina Cabras (atleti), Giovanni Palmieri (tecnici).
Presidente, quante discipline accorpa la federazione?
La Federkombat comprende Kickboxing, Muay thai, Shoot boxe, Savate, Sambo e Mma.
Vediamo alcuni dettagli tecnici di ognuna. Partiamo dal Kickboxing.
La parola kickboxing assume un termine generico, come una corolla dalla quale si diramano le varie specialità praticate oggigiorno. Per intenderci: Point fighting, Light contact, Kick light e Forme musicali per il Tatami sport. Mentre per gli sport da ring abbiamo Full contact, Low kick, K1 rules. L’attività agonistica per il Point fighting, Light contact e Kick light parte dai dieci anni, per le Forme musicali dagli otto, mentre per il contatto pieno dai 16.
Poi abbiamo la Muay thai.
La Muay thai, nata più di 2.000 anni fa sui campi di battaglia, si contraddistingue per l'efficacia e l'esplosività dei suoi colpi a tutte le distanze, utilizzando come armi le parti dure del corpo. Le tecniche, che vanno dalla corta distanza di gomito, ginocchio, lotta e proiezioni, alla media e lunga distanza di pugno e calcio, la rendono sicuramente una delle più complete e risolutive arti marziali. Ricca di cultura, storia e affascinanti tradizioni, questa disciplina coinvolge l'atleta sia dal punto di vista spirituale che morale, nel rispetto delle gerarchie, nel legame con il proprio maestro e nella fusione con la propria scuola di appartenenza, aspetti che si esibiscono a partire dalla tipica danza rituale all’inizio del combattimento.
È buona per tutte le età?
Si, nella sua completezza psicofisica, basata su di un allenamento a corpo libero molto vario, è una disciplina ad ampio spettro che soddisfa le esigenze di tutte le età, soprattutto come forma di fitness e d’immediata applicazione nella difesa personale. Il suo studio e la sua pratica prevedono un percorso formativo in continuo divenire, che va oltre alla semplice conoscenza delle tecniche, per arrivare a un risultato in cui tradizione, esecuzione e applicazione si fondono in un unico stile.
E a livello agonistico?
La sua pratica sportiva è dura. Avviene sul ring e vede il confronto dei combattenti col solo uso di guantoni, paradenti e conchiglia: i colpi sono portati al limite del Ko, aumentando la spettacolarità di un’arte marziale già ricca di fascino e significati.
Veniamo alla Shoot boxe.
Nasce agli inizi degli anni ’80 come espressione sportiva del Ju jitsu. Allora, il nome era Kick jitsu, nelle versioni a leggero e a pieno contatto. Successivamente, la versione a pieno contatto ha preso il nome di Shoot boxe.Con che peculiarità?
La disciplina consiste nella completezza. Sono ammesse tecniche di percussione, di atterramento, di lotta a terra e di finalizzazione. Pioniere della disciplina è Patrizio Rizzoli, attuale coordinatore nazionale di settore e vicepresidente della Wmmaf, federazione mondiale di riferimento.
Passiamo alla Savate.
Trae origine dallo Chausson, un metodo di difesa militare basato sull'uso dei piedi, e ben presto diffusosi anche negli strati più ricchi della società parigina. Per distinguersi dal Pugilato o Boxe inglese, assunse la denominazione di Boxe francese, anche se il nome di Savate è quello che rimane nell'uso comune.
Come si eseguono le tecniche?
Inizialmente, soltanto con i piedi. Ma dal 1820 furono introdotti i colpi a schiaffo con le mani e nel 1830 i contendenti cominciarono a usare i guantoni da boxe. Le tecniche di braccia sono le stesse del Pugilato: diretto, gancio e montante.
E i calci?
Tutti, tranne lo Charlemont, possono essere eseguiti sia con la gamba avanzata che con quella arretrata e possono essere portati in linea bassa, mediana e alta. Possono essere combinati, con colpi di braccia portati in sequenza, fintati oppure doppiati, e anche acrobatici.
Una citazione meritano le quattro E.
Esatto. Sono quelle che caratterizzano la Savate: Etica, Educativa, Elegante, Efficace.
Abbiamo ancora il Sambo e l’Mma. Iniziamo col primo.
Sambo è l’acronimo della frase russa “Samozashita bes oruja”, vale a dire “Difesa personale senza armi”, ed è nato agli inizi degli anni Venti nell’ex Unione Sovietica come sistema di difesa personale, utilizzato in seguito sia dalla Cheka (Polizia segreta, poi Kgb) che dall’Armata Rossa.
Qual è la sua caratteristica?
Nel Sambo si riscontrano gli stili tradizionali di quelle regioni che vantano secoli di esperienza nelle discipline da combattimento (alcune folkloristiche come la lotta mongola, turkmena, moldava, la cidaoba, il kurash, lo ialish). È uno sport completo e formativo, praticato non solo come disciplina da combattimento agonistica, come addestramento per i giovani militari e come preparazione fisica per gli adulti, ma anche come principale metodo di difesa personale, nonché come educazione sportiva per i ragazzi in età scolare. È, quindi, un’arte marziale di origine occidentale e uno sport riconosciuto ufficialmente a livello internazionale, nonché un vero e proprio stile di vita.
Finiamo con l’Mma.
L'Mma è uno sport da combattimento che prende il proprio nome dalla sigla inglese Mixed Martial Arts, che significa Arti marziali miste. Si tratta di una disciplina nella quale i due combattenti possono usare ogni tecnica possibile per sconfiggersi e che fonde le movenze di Judo, Karatè, Muay thai, Pugilato, Lotta libera, Grappling e Kickboxing. Ha origine nell'antico pancrazio greco e, in particolare, venne introdotto nei Giochi olimpici del 648 Ac, per poi diffondersi nella società romana. Sparito per molti secoli, è tornato in auge nel 1800 negli Stati Uniti, arrivando anche in Italia attorno agli anni Novanta del secolo scorso.
Le abbiamo viste nel dettaglio. Ma, nella loro totalità, sono discipline pericolose?
Le discipline della Federkombat non sono da considerarsi pericolose perché l’atleta viene tutelato dal regolamento sanitario che risponde alle indicazioni del ministero della Salute.
Che aspetti sono importanti nell’atleta?
La disciplina, la costanza, il rispetto delle regole, il coraggio, la caparbietà, l’impegno e la passione.
A che età si può iniziare?
Si può praticare dai sei anni in poi, ma abbiamo molti bambini di 4-5 anni. Nella fascia d’età dai sei ai nove anni si pratica l’attività ludico promozionale non agonistica, dai 10 ai 12 s’inizia quella agonistica cadetti denominata Young cadets. Dai 13 ai 15, invece, si chiamano Older cadets. Poi, dai 16 ai 18 abbiamo gli Juniores, dai 18 ai 40 i Seniores e, infine, dai 40 ai 55 i Master.
Quante società e tesserati avete?
Al 31 agosto 2022, a livello nazionale, abbiamo battuto il record con 900 società e 30.000 tesserati.
In Sardegna?
Ci sono 50 società e 2.139 tesserati.
Qual è lo stato di salute della Federkombat?
La formazione annuale conta a oggi circa 70 iscritti ai vari corsi di abilitazione e aggiornamento. Siamo presenti da nord a sud nelle città più grandi e anche in maniera capillare in quelle più piccole. La nostra federazione, sia a livello nazionale che regionale, è in continua crescita.
Sono numeri che la soddisfano?
Non posso che essere soddisfatto e felice del grande lavoro che fanno i componenti del mio comitato, a partire dalle varie commissioni, dai tecnici societari, fino ad arrivare alle famiglie che permettono ai propri figli di praticare le nostre discipline.
Cosa fa il movimento per supportare atleti e società emergenti e farli arrivare in alto?
Gli atleti e le società vengono supportati attraverso la loro promozione in campo nazionale e internazionale, grazie soprattutto ai responsabili di settore che si adoperano per la loro crescita sportiva.
Che risultati avete ottenuto?
Abbiamo regolarmente società importanti a livello nazionale e internazionale e atleti forti che combattono in Europa e nel mondo. Ogni anno abbiamo degli atleti convocati nelle varie nazionali.
Quali sono stati gli eventi importanti fatti in Sardegna lo scorso anno?
Nel 2022 sono state organizzati diversi Galà e campionati regionali di qualificazione per i campionati nazionali.
Passiamo alle note dolenti. Quali sono le criticità?
Sono varie: la cronica mancanza delle strutture per l’organizzazione delle manifestazioni, la difficolta nel reperire sponsor, la complessità nel richiedere aiuti dalle varie istituzioni, i costi di trasferta per poter partecipare agli eventi nazionali e per potersi misurare in quelli internazionali.

Il Caesar's Hotel di Cagliari ha ospitato, sabato 28 gennaio 2023, l'assemblea zonale sarda della Fiv, Federazione italiana vela. Alla presenza del presidente regionale del Coni Bruno Perra ci sono state le comunicazioni e la relazione del presidente isolano della Fiv Corrado Fara nonché quelle dei responsabili zonali di settore. A margine, si è svolta la premiazione dei campioni zonali che ha visto salire sul palco circa 60 premiati, per i risultati conseguiti a livello zonale, nazionale e internazionale, nonché sei tecnici per i successi internazionali. Tra questi anche la campionessa mondiale di windsurf Iqfoil Marta Maggetti e l'iridato dell'Ilca 4 Nicolò Cassitta.

Con il 2023, su impulso del presidente del Coni Sardegna Bruno Perra, l'area Comunicazione propone una serie d'interviste ai presidenti dei comitati regionali delle federazioni sportive. Si parte con Lucio Silvetti, presidente del Cr sardo della Fibs, Federazione italiana baseball softball.
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Lucio Silvetti, classe ’58, laurea in Medicina e chirurgia nell’89, specializzazione in Anestesia e rianimazione nel ’94, è presidente del Comitato regionale sardo della Fibs, Federazione italiana baseball softball, dal 14 marzo 2021. È uno dei pionieri del baseball in Sardegna, vanta un mandato da consigliere federale ed è stato tra i fondatori della Metropolitan Cagliari.
Presidente, il suo comitato regionale è stato l’ultimo in Italia a essere eletto, da chi è composto?
Abbiamo Mario Trogu, dirigente dei Tigers Cagliari, una delle più antiche società sarde e tra le prime in Italia, promotrice nell’isola del baseball per ciechi. Poi c’è Antonio Francesco Podda, storico dirigente della Polisportiva Supramonte di Orgosolo, che vanta esperienza del nostro mondo e delle società sportive in generale. A seguire, Emilio Sonnu della Yellow Team di Sassari che, per anni, è stato il presidente della Commissione impianti nazionale. Ultima, ma non ultima, una donna, Teresa Cuccu della Cagliari Softball. Un’esperta giocatrice che ha praticato il softball ad alti livelli e che, oggi, è dirigente della sua società e che nel Cr porta la sua competenza.Quante società e quanti tesserati vanta la Fibs Sardegna?
Venti società affiliate e 1.000 tesserati che, per noi, sono una cifra mai vista. È il frutto di un progetto di promozione e sviluppo presentato al Consiglio federale e al presidente Andrea Marcon all’interno del quale sono previste una serie d’iniziative a sostegno delle società sarde con lo scopo di promuoverne lo sviluppo e l’aumento dei tesserati. C’è stato dunque un buon successo.
Cos’altro avete realizzato in questo anno e dieci mesi?
Subito siamo partiti con la realizzazione della prima Accademia del baseball in Sardegna. A giugno 2021, pertanto, ci siamo uniti alle non tante regioni italiane che ce l’avevano. Abbiamo fatto i try-out di selezione dei nostri migliori prospetti, compresi tra i 13-17 anni, e indicato quattro dei migliori tecnici isolani. Quindici ragazzi hanno fatto un percorso di perfezionamento di un anno con lo scopo di avviarli verso le nazionali.
Con che risultati?
Abbiamo tirato fuori dei buoni giocatori e, alcuni, sono stati convocati per i raduni nazionali.
Qualche nome?
Non ne voglio fare perché preferisco parlare del gruppo. Al momento, non mi sembra il caso, ma alcuni di loro sono stati visionati dai tecnici del Team Italia.
L’Accademia è stata confermata?
Si, abbiamo avviato la seconda stagione con nuovi ragazzi e anche la sostituzione di qualche tecnico.
Cos’altro avete portato avanti?
Un accordo di collaborazione che abbiamo costruito con la facoltà di Medicina e chirurgia dell’ateneo di Cagliari, in particolare col corso di laurea in Scienze motorie.
In cosa consiste?
I nostri migliori formatori fanno un corso di baseball, softball e baseball a 5 nell’ambito degli studi del corso di laurea, per un totale di 32 ore divise in 16 lezioni di due ore settimanali. I ragazzi interessati avranno i crediti formativi e, se concluderanno il corso, fatto in presenza e in palestra, otterranno dalla nostra federazione il tesserino di tecnico di base.
Con quale prospettiva?
Di poter entrare nelle nostre società dove porteranno la loro giovinezza, preparazione e qualifica ma, altresì, potranno crescere assorbendo l’esperienza sul campo degli attuali tecnici. Inoltre, potranno supportare gli insegnanti di educazione fisica e di scienze motorie nei programmi e nei corsi delle scuole dove favoriranno lo sviluppo psicofisico dei ragazzi in modo rispettoso.
Com’è la situazione dei tecnici?
È stato fatto un corso online, durato un anno, che ha visto anche delle fasi in presenza (Cagliari, Oristano e Sassari) con la partecipazione del presidente nazionale dei tecnici e di una cinquantina d’insegnanti e professori delle scuole elementari e medie.
Cos’altro bolle in pentola?
Abbiamo varie iniziative in corso, in accordo con la federazione nazionale. Per esempio, dei progetti per la divulgazione delle nostre discipline all’interno degli oratori, grazie a una lodevole collaborazione con un ente di promozione sportiva che è la Pgs (Polisportive giovanili salesiane), con il quale stiamo lavorando in sintonia anche all’interno dei centri estivi.
E dal punto di vista sportivo, che risultati avete ottenuto?
Abbiamo partecipato al Torneo delle regioni 2022, in Lombardia, dove la nostra rappresentativa di Softball Under 15 è giunta quarta, ottenendo il miglior risultato di sempre. E si poteva anche arrivare terzi, ma abbiamo pagato un po’ di emozione e inesperienza. Anche l’Under 15 di baseball si è ben comportata, nonostante varie defezioni per motivi di salute.
Due stagioni fa, il Cagliari baseball ha partecipato alla Poule scudetto, ma continua a non avere un impianto, tant’è che ha giocato spesso le gare casalinghe nella Penisola oppure a Iglesias.
È una cosa che mi fa soffrire. La situazione del nostro capoluogo regionale è tipica dei centri più grandi dov’è sempre complicato ottenere ascolto. Nell’isola abbiamo campi di tutto rispetto come appunto a Iglesias, ma anche a Nuoro, Orgosolo, Alghero, Sassari. Però, a parte l’annosa questione del campo di baseball per il Cagliari che milita a pieno titolo nella A nazionale, abbiamo in essere un impianto per il softball e il baseball ragazzi, a Terramaini, dove sono iniziati i lavori e ci sono anche i finanziamenti, e che potrebbe soddisfare l’attività giovanile e quella femminile fino ai massimi livelli. È un impianto con le misure internazionali, quindi con possibilità, anche in accordo col presidente Marcon, di portare la nazionale italiana per l’inaugurazione e far svolgere tornei internazionali.
E quando sarà pronto?
L’appalto non riesce a svilupparsi. I lavori erano iniziati e progredivano efficacemente. Col Covid si sono interrotti e, adesso, stentano a ripartire. I cantieri abbandonati poi diventano terra di nessuno. Adesso s’è insediato anche un senzatetto. Spero vivamente in un colpo di reni del nostro comune per la sua conclusione, perché sarebbe un peccato non finirlo. Diventerebbe il primo impianto di questo livello a Cagliari e provincia.
Vuole fare un appello?
Colgo l’occasione per rivolgermi al sindaco Truzzu e ai suoi funzionari perché diano impulso alla conclusione di questo progetto per far sì che anche il nostro sport possa esistere dignitosamente.

Parte oggi, venerdì 13 gennaio 2023, il progetto Giovani Vispi (Voucher iscrizione sport per l’inclusione), intervento realizzato in collaborazione tra la Regione Sardegna tramite l’Assessorato della Pubblica Istruzione e il Coni Sardegna, sulla base dell’intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri dipartimento Politiche giovanili. La Regione ha infatti demandato al Comitato regionale del Coni l’attuazione del progetto che prevede il riconoscimento di voucher - del valore massimo di 250 euro e con un limite di due per nucleo familiare - destinati ai giovani fra i 14 e i 19 anni compiuti, residenti in Sardegna in comuni con popolazione inferiore ai 30mila abitanti e con reddito Isee del nucleo familiare inferiore a 12.000 euro. I buoni saranno finalizzati alla copertura dei costi per iscrizione e frequenza relativi ad attività sportive da svolgersi in società e associazioni sportive dilettantistiche regolarmente affiliate al Coni o al Cip. Si tratta nel complesso di un intervento che mette a disposizione delle famiglie interessate un totale di 762mila euro. La scadenza del bando è prevista per lunedì 13 febbraio 2023. Lo sport include per definizione, come ricorda il presidente del massimo organismo regionale Bruno Perra: "Da parte del Coni Sardegna c'è grande soddisfazione per questa collaborazione: lo sport dev’essere accessibile a tutti e ciascuno deve partire alla pari con gli altri. Per questo motivo siamo contenti di poter tendere una mano a chi, in questi periodi difficili, vuole superare gli ostacoli e accedere alla pratica sportiva. Ringrazio la Regione Sardegna e in particolare l’assessore Biancareddu". L’iniziativa, che avrà una durata di nove mesi, nasce per permettere anche ai ragazzi meno abbienti l’accesso alle attività sportive con tutto ciò che questo comporta non solo in termini di salute fisica ma anche di socializzazione e, quindi, vera inclusione. Temi che trovano particolare rilevanza alla luce delle difficoltà affrontate nel corso dell’emergenza pandemica, e ancora di più per i ragazzi che avrebbero minori possibilità di accesso all’attività sportiva.
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Bando
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