Tiro a volo, a colloquio con Luigi Lodde
Il 42 enne di Ozieri Luigi Lodde è da poco tornato dagli Europei di Tiro a volo, disputatisi a Larnaca (Cipro) dal 26 agosto all'11 settembre 2022, dove ha conquistato due medaglie nello Skeet: l'oro nella competizione a squadre con Tammaro Cassandro e Gabriele Rossetti, e l'argento nell'individuale, dove si è arreso solo agli shoot-off 20-19 al ceco Jakub Tomecek, dopo che nei tiri regolamentari avevano chiuso sul 38-38. Questa piazza d'onore gli è valsa anche il pass olimpico per Parigi 2024. Nella sua carriera vanta due ori e un argento a squadre nei Mondiali, un oro e un bronzo nella Coppa del mondo, due ori e due argenti agli Europei e un oro e un bronzo a squadre sempre agli Europei. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente nella sua Ozieri, dove si sta riposando dalle fatiche cipriote.
Luigi, due medaglie europee. Soddisfatto?
Di più. Venivo da due gare a luglio non facili, però sono riuscito a prepararmi bene e a Larnaca, pian piano, ho trovato fiducia. Fino alla finale dove ho sparato davvero bene.
A questo traguardo si aggiunge il pass per Parigi 2024. Ancora una volta è il primo sardo a ottenerlo. Sarà la terza Olimpiade, dopo Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016. Che emozioni prova a rappresentare la nostra nazione?
Tanta emozione. Penso che il pass olimpico sia più importante delle medaglie. Era l'obiettivo di tutti i tiratori in gara. Ci siamo levati subito un bel dente.
Olimpiadi: l'obiettivo è una medaglia?
La strada è ancora lunga, tortuosa e in salita. Ma ora c'è una strada, cosa che prima non c'era. Sicuramente l'allenatore punterà sui più giovani, ma cercherò di dire la mia e alla fine si vedrà. Diciamo che ora non sono tra le prime due scelte. L'Olimpiade è l'evento massimo per un atleta. C'è una magia unica nell'aria. È un'emozione irripetibile.
La quasi totalità degli atleti delle nazionali fa parte di gruppi sportivi militari. Quanto incide questo aspetto sulla tranquillità e la gestione della carriera sportiva?
Ormai il gruppo sportivo è determinante. Da "privati" è quasi impossibile competere a questi livelli. Non finirò mai di ringraziare il gruppo sportivo dell'Esercito. Così come voglio rivolgere un ringraziamento particolare alla mia famiglia, ai miei amici, ai miei sponsor Beretta e Fiocchi e alla federazione.
Quanto dura la carriera nel tiro a volo?
Dura finché si è capaci di colpire i piattelli. È difficile stabilire un'età. Ci sono campioni che hanno 50 anni e hanno vinto la prima medaglia olimpica a 46. Andrea Benelli (attuale direttore tecnico della nazionale, ndr) la vinse a 44 dopo una carriera superba. Ma ognuno è diverso ed è difficile dire fin dove un tiratore possa arrivare.
Che tipo di allenamenti si fanno?
Bisogna prepararsi al meglio dal punto di vista fisico, tecnico e mentale. Cerco di curare tutti e tre questi aspetti. Ma con gli anni ho dovuto modificare e adattare gli allenamenti in base al carico della stagione e all'età. Ora sicuramente faccio qualche colpo in meno e curo di più la qualità e la mobilità.
La concentrazione si può allenare o è un aspetto innato?
Eccome se si allena. Il maestro Manolo Cattari, psicologo dello sport, mi ha insegnato un sacco di tecniche e di metodi per lavorare e migliorare questo aspetto.
Quanti battiti si raggiungono durante una competizione?
Non saprei, sicuramente tanti. Ma forse è meglio non saperlo.
Il basket che passione. Continua a giocare con la squadra di Ozieri?
È vero, è una grande passione, che da sempre mi ha accompagnato. E ancora mi fa saltare sulla sedia. Vedere Spissu e Datome in nazionale fare delle prestazione eccelse mi ha emozionato. E li ringrazio ancora per quello che ci hanno dato e trasmesso. Inoltre, la Dinamo Sassari ormai è una bandiera della Sardegna, un grande orgoglio. Ogni tanto mi sento col capitano Jack Devecchi e ci facciamo complimenti a vicenda e ci incitiamo per il futuro. Dal punto di vista agonistico, non gioco più. Fisicamente è logorante. Ma, sicuramente, nella 80 & Co. basket di Ozieri hanno gioito per questo mio addio, visto che il livello di certo non era quello che ho raggiunto nel tiro a volo.
Immagini Luigi Lodde