Intervista a Lucio Silvetti, presidente del Cr Sardegna Fibs

Con il 2023, su impulso del presidente del Coni Sardegna Bruno Perra, l'area Comunicazione propone una serie d'interviste ai presidenti dei comitati regionali delle federazioni sportive. Si parte con Lucio Silvetti, presidente del Cr sardo della Fibs, Federazione italiana baseball softball.

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Lucio Silvetti, classe ’58, laurea in Medicina e chirurgia nell’89, specializzazione in Anestesia e rianimazione nel ’94, è presidente del Comitato regionale sardo della Fibs, Federazione italiana baseball softball, dal 14 marzo 2021. È uno dei pionieri del baseball in Sardegna, vanta un mandato da consigliere federale ed è stato tra i fondatori della Metropolitan Cagliari.

Presidente, il suo comitato regionale è stato l’ultimo in Italia a essere eletto, da chi è composto?
Abbiamo Mario Trogu, dirigente dei Tigers Cagliari, una delle più antiche società sarde e tra le prime in Italia, promotrice nell’isola del baseball per ciechi. Poi c’è Antonio Francesco Podda, storico dirigente della Polisportiva Supramonte di Orgosolo, che vanta esperienza del nostro mondo e delle società sportive in generale. A seguire, Emilio Sonnu della Yellow Team di Sassari che, per anni, è stato il presidente della Commissione impianti nazionale. Ultima, ma non ultima, una donna, Teresa Cuccu della Cagliari Softball. Un’esperta giocatrice che ha praticato il softball ad alti livelli e che, oggi, è dirigente della sua società e che nel Cr porta la sua competenza.
presidente fibs lucio silvetti2023Quante società e quanti tesserati vanta la Fibs Sardegna?
Venti società affiliate e 1.000 tesserati che, per noi, sono una cifra mai vista. È il frutto di un progetto di promozione e sviluppo presentato al Consiglio federale e al presidente Andrea Marcon all’interno del quale sono previste una serie d’iniziative a sostegno delle società sarde con lo scopo di promuoverne lo sviluppo e l’aumento dei tesserati. C’è stato dunque un buon successo.
Cos’altro avete realizzato in questo anno e dieci mesi?
Subito siamo partiti con la realizzazione della prima Accademia del baseball in Sardegna. A giugno 2021, pertanto, ci siamo uniti alle non tante regioni italiane che ce l’avevano. Abbiamo fatto i try-out di selezione dei nostri migliori prospetti, compresi tra i 13-17 anni, e indicato quattro dei migliori tecnici isolani. Quindici ragazzi hanno fatto un percorso di perfezionamento di un anno con lo scopo di avviarli verso le nazionali.
Con che risultati?
Abbiamo tirato fuori dei buoni giocatori e, alcuni, sono stati convocati per i raduni nazionali.
Qualche nome?
Non ne voglio fare perché preferisco parlare del gruppo. Al momento, non mi sembra il caso, ma alcuni di loro sono stati visionati dai tecnici del Team Italia.
L’Accademia è stata confermata?
Si, abbiamo avviato la seconda stagione con nuovi ragazzi e anche la sostituzione di qualche tecnico.
Cos’altro avete portato avanti?
Un accordo di collaborazione che abbiamo costruito con la facoltà di Medicina e chirurgia dell’ateneo di Cagliari, in particolare col corso di laurea in Scienze motorie.
In cosa consiste?
I nostri migliori formatori fanno un corso di baseball, softball e baseball a 5 nell’ambito degli studi del corso di laurea, per un totale di 32 ore divise in 16 lezioni di due ore settimanali. I ragazzi interessati avranno i crediti formativi e, se concluderanno il corso, fatto in presenza e in palestra, otterranno dalla nostra federazione il tesserino di tecnico di base.
Con quale prospettiva?
Di poter entrare nelle nostre società dove porteranno la loro giovinezza, preparazione e qualifica ma, altresì, potranno crescere assorbendo l’esperienza sul campo degli attuali tecnici. Inoltre, potranno supportare gli insegnanti di educazione fisica e di scienze motorie nei programmi e nei corsi delle scuole dove favoriranno lo sviluppo psicofisico dei ragazzi in modo rispettoso.
Com’è la situazione dei tecnici?
È stato fatto un corso online, durato un anno, che ha visto anche delle fasi in presenza (Cagliari, Oristano e Sassari) con la partecipazione del presidente nazionale dei tecnici e di una cinquantina d’insegnanti e professori delle scuole elementari e medie.
Cos’altro bolle in pentola?
Abbiamo varie iniziative in corso, in accordo con la federazione nazionale. Per esempio, dei progetti per la divulgazione delle nostre discipline all’interno degli oratori, grazie a una lodevole collaborazione con un ente di promozione sportiva che è la Pgs (Polisportive giovanili salesiane), con il quale stiamo lavorando in sintonia anche all’interno dei centri estivi.
E dal punto di vista sportivo, che risultati avete ottenuto?
Abbiamo partecipato al Torneo delle regioni 2022, in Lombardia, dove la nostra rappresentativa di Softball Under 15 è giunta quarta, ottenendo il miglior risultato di sempre. E si poteva anche arrivare terzi, ma abbiamo pagato un po’ di emozione e inesperienza. Anche l’Under 15 di baseball si è ben comportata, nonostante varie defezioni per motivi di salute.
Due stagioni fa, il Cagliari baseball ha partecipato alla Poule scudetto, ma continua a non avere un impianto, tant’è che ha giocato spesso le gare casalinghe nella Penisola oppure a Iglesias.
È una cosa che mi fa soffrire. La situazione del nostro capoluogo regionale è tipica dei centri più grandi dov’è sempre complicato ottenere ascolto. Nell’isola abbiamo campi di tutto rispetto come appunto a Iglesias, ma anche a Nuoro, Orgosolo, Alghero, Sassari. Però, a parte l’annosa questione del campo di baseball per il Cagliari che milita a pieno titolo nella A nazionale, abbiamo in essere un impianto per il softball e il baseball ragazzi, a Terramaini, dove sono iniziati i lavori e ci sono anche i finanziamenti, e che potrebbe soddisfare l’attività giovanile e quella femminile fino ai massimi livelli. È un impianto con le misure internazionali, quindi con possibilità, anche in accordo col presidente Marcon, di portare la nazionale italiana per l’inaugurazione e far svolgere tornei internazionali.
E quando sarà pronto?
L’appalto non riesce a svilupparsi. I lavori erano iniziati e progredivano efficacemente. Col Covid si sono interrotti e, adesso, stentano a ripartire. I cantieri abbandonati poi diventano terra di nessuno. Adesso s’è insediato anche un senzatetto. Spero vivamente in un colpo di reni del nostro comune per la sua conclusione, perché sarebbe un peccato non finirlo. Diventerebbe il primo impianto di questo livello a Cagliari e provincia.
Vuole fare un appello?
Colgo l’occasione per rivolgermi al sindaco Truzzu e ai suoi funzionari perché diano impulso alla conclusione di questo progetto per far sì che anche il nostro sport possa esistere dignitosamente.