Intervista a Massimo Casula, presidente del Cr Sardegna Federkombat
Con il 2023, su impulso del presidente del Coni Sardegna Bruno Perra, l'area Comunicazione propone una serie d'interviste ai presidenti dei comitati regionali delle federazioni sportive. Dopo Lucio Silvetti, Fibs Sardegna, è il turno di Massimo Casula, presidente del Cr sardo della Federkombat, Federazione italian kickboxing, muay thai, savate e shoot boxe.
****
Massimo Casula è nato a Iglesias nel ’62. È istruttore e dirigente federale della Federkombat. È stato eletto presidente regionale nel 2020 dopo essere stato per sei anni vicepresidente nazionale. In precedenza, ha ricoperto la carica di presidente regionale per 20 anni. I componenti del Cr sardo sono Giancarlo Casula, vicepresidente (in quota affiliati), Giampaolo Spanu (affiliati), Valentina Cabras (atleti), Giovanni Palmieri (tecnici).
Presidente, quante discipline accorpa la federazione?
La Federkombat comprende Kickboxing, Muay thai, Shoot boxe, Savate, Sambo e Mma.
Vediamo alcuni dettagli tecnici di ognuna. Partiamo dal Kickboxing.
La parola kickboxing assume un termine generico, come una corolla dalla quale si diramano le varie specialità praticate oggigiorno. Per intenderci: Point fighting, Light contact, Kick light e Forme musicali per il Tatami sport. Mentre per gli sport da ring abbiamo Full contact, Low kick, K1 rules. L’attività agonistica per il Point fighting, Light contact e Kick light parte dai dieci anni, per le Forme musicali dagli otto, mentre per il contatto pieno dai 16.
Poi abbiamo la Muay thai.
La Muay thai, nata più di 2.000 anni fa sui campi di battaglia, si contraddistingue per l'efficacia e l'esplosività dei suoi colpi a tutte le distanze, utilizzando come armi le parti dure del corpo. Le tecniche, che vanno dalla corta distanza di gomito, ginocchio, lotta e proiezioni, alla media e lunga distanza di pugno e calcio, la rendono sicuramente una delle più complete e risolutive arti marziali. Ricca di cultura, storia e affascinanti tradizioni, questa disciplina coinvolge l'atleta sia dal punto di vista spirituale che morale, nel rispetto delle gerarchie, nel legame con il proprio maestro e nella fusione con la propria scuola di appartenenza, aspetti che si esibiscono a partire dalla tipica danza rituale all’inizio del combattimento.
È buona per tutte le età?
Si, nella sua completezza psicofisica, basata su di un allenamento a corpo libero molto vario, è una disciplina ad ampio spettro che soddisfa le esigenze di tutte le età, soprattutto come forma di fitness e d’immediata applicazione nella difesa personale. Il suo studio e la sua pratica prevedono un percorso formativo in continuo divenire, che va oltre alla semplice conoscenza delle tecniche, per arrivare a un risultato in cui tradizione, esecuzione e applicazione si fondono in un unico stile.
E a livello agonistico?
La sua pratica sportiva è dura. Avviene sul ring e vede il confronto dei combattenti col solo uso di guantoni, paradenti e conchiglia: i colpi sono portati al limite del Ko, aumentando la spettacolarità di un’arte marziale già ricca di fascino e significati.
Veniamo alla Shoot boxe.
Nasce agli inizi degli anni ’80 come espressione sportiva del Ju jitsu. Allora, il nome era Kick jitsu, nelle versioni a leggero e a pieno contatto. Successivamente, la versione a pieno contatto ha preso il nome di Shoot boxe.
Con che peculiarità?
La disciplina consiste nella completezza. Sono ammesse tecniche di percussione, di atterramento, di lotta a terra e di finalizzazione. Pioniere della disciplina è Patrizio Rizzoli, attuale coordinatore nazionale di settore e vicepresidente della Wmmaf, federazione mondiale di riferimento.
Passiamo alla Savate.
Trae origine dallo Chausson, un metodo di difesa militare basato sull'uso dei piedi, e ben presto diffusosi anche negli strati più ricchi della società parigina. Per distinguersi dal Pugilato o Boxe inglese, assunse la denominazione di Boxe francese, anche se il nome di Savate è quello che rimane nell'uso comune.
Come si eseguono le tecniche?
Inizialmente, soltanto con i piedi. Ma dal 1820 furono introdotti i colpi a schiaffo con le mani e nel 1830 i contendenti cominciarono a usare i guantoni da boxe. Le tecniche di braccia sono le stesse del Pugilato: diretto, gancio e montante.
E i calci?
Tutti, tranne lo Charlemont, possono essere eseguiti sia con la gamba avanzata che con quella arretrata e possono essere portati in linea bassa, mediana e alta. Possono essere combinati, con colpi di braccia portati in sequenza, fintati oppure doppiati, e anche acrobatici.
Una citazione meritano le quattro E.
Esatto. Sono quelle che caratterizzano la Savate: Etica, Educativa, Elegante, Efficace.
Abbiamo ancora il Sambo e l’Mma. Iniziamo col primo.
Sambo è l’acronimo della frase russa “Samozashita bes oruja”, vale a dire “Difesa personale senza armi”, ed è nato agli inizi degli anni Venti nell’ex Unione Sovietica come sistema di difesa personale, utilizzato in seguito sia dalla Cheka (Polizia segreta, poi Kgb) che dall’Armata Rossa.
Qual è la sua caratteristica?
Nel Sambo si riscontrano gli stili tradizionali di quelle regioni che vantano secoli di esperienza nelle discipline da combattimento (alcune folkloristiche come la lotta mongola, turkmena, moldava, la cidaoba, il kurash, lo ialish). È uno sport completo e formativo, praticato non solo come disciplina da combattimento agonistica, come addestramento per i giovani militari e come preparazione fisica per gli adulti, ma anche come principale metodo di difesa personale, nonché come educazione sportiva per i ragazzi in età scolare. È, quindi, un’arte marziale di origine occidentale e uno sport riconosciuto ufficialmente a livello internazionale, nonché un vero e proprio stile di vita.
Finiamo con l’Mma.
L'Mma è uno sport da combattimento che prende il proprio nome dalla sigla inglese Mixed Martial Arts, che significa Arti marziali miste. Si tratta di una disciplina nella quale i due combattenti possono usare ogni tecnica possibile per sconfiggersi e che fonde le movenze di Judo, Karatè, Muay thai, Pugilato, Lotta libera, Grappling e Kickboxing. Ha origine nell'antico pancrazio greco e, in particolare, venne introdotto nei Giochi olimpici del 648 Ac, per poi diffondersi nella società romana. Sparito per molti secoli, è tornato in auge nel 1800 negli Stati Uniti, arrivando anche in Italia attorno agli anni Novanta del secolo scorso.
Le abbiamo viste nel dettaglio. Ma, nella loro totalità, sono discipline pericolose?
Le discipline della Federkombat non sono da considerarsi pericolose perché l’atleta viene tutelato dal regolamento sanitario che risponde alle indicazioni del ministero della Salute.
Che aspetti sono importanti nell’atleta?
La disciplina, la costanza, il rispetto delle regole, il coraggio, la caparbietà, l’impegno e la passione.
A che età si può iniziare?
Si può praticare dai sei anni in poi, ma abbiamo molti bambini di 4-5 anni. Nella fascia d’età dai sei ai nove anni si pratica l’attività ludico promozionale non agonistica, dai 10 ai 12 s’inizia quella agonistica cadetti denominata Young cadets. Dai 13 ai 15, invece, si chiamano Older cadets. Poi, dai 16 ai 18 abbiamo gli Juniores, dai 18 ai 40 i Seniores e, infine, dai 40 ai 55 i Master.
Quante società e tesserati avete?
Al 31 agosto 2022, a livello nazionale, abbiamo battuto il record con 900 società e 30.000 tesserati.
In Sardegna?
Ci sono 50 società e 2.139 tesserati.
Qual è lo stato di salute della Federkombat?
La formazione annuale conta a oggi circa 70 iscritti ai vari corsi di abilitazione e aggiornamento. Siamo presenti da nord a sud nelle città più grandi e anche in maniera capillare in quelle più piccole. La nostra federazione, sia a livello nazionale che regionale, è in continua crescita.
Sono numeri che la soddisfano?
Non posso che essere soddisfatto e felice del grande lavoro che fanno i componenti del mio comitato, a partire dalle varie commissioni, dai tecnici societari, fino ad arrivare alle famiglie che permettono ai propri figli di praticare le nostre discipline.
Cosa fa il movimento per supportare atleti e società emergenti e farli arrivare in alto?
Gli atleti e le società vengono supportati attraverso la loro promozione in campo nazionale e internazionale, grazie soprattutto ai responsabili di settore che si adoperano per la loro crescita sportiva.
Che risultati avete ottenuto?
Abbiamo regolarmente società importanti a livello nazionale e internazionale e atleti forti che combattono in Europa e nel mondo. Ogni anno abbiamo degli atleti convocati nelle varie nazionali.
Quali sono stati gli eventi importanti fatti in Sardegna lo scorso anno?
Nel 2022 sono state organizzati diversi Galà e campionati regionali di qualificazione per i campionati nazionali.
Passiamo alle note dolenti. Quali sono le criticità?
Sono varie: la cronica mancanza delle strutture per l’organizzazione delle manifestazioni, la difficolta nel reperire sponsor, la complessità nel richiedere aiuti dalle varie istituzioni, i costi di trasferta per poter partecipare agli eventi nazionali e per potersi misurare in quelli internazionali.